MEIS (Museo dell’Ebraismo in Italia e della Shoah) – Concorso

Ideazione del percorso tematico, progetto del restauro e della ri-funzionalizzazione dell’area dell’ex Carcere di Ferrara

Ferrara, Italia, 2010
Destinazione d’uso: Museo e Centro Studi
Dimensioni: Superficie totale mq. 20.088 di cui coperta mq. 12.133 e scoperta mq. 7.975
Assieme a: Areatecnica (impianti), Codice. Idee per la Cultura (museologia), Studio Azzurro Produzioni (installazioni multimediali),Tapiro Camplani+Pescolderung (grafica), Zuanier Associati (strutture); consulenti: Angelo Sanzone (lighting designer), Anna Scavezzon (restauratrice), Simon Levi Sullam (storico).

Gli elementi di partenza per il progetto del Museo dell’Ebraismo Italiano - la presenza plurimillenaria dell’ebraismo in Italia, un carcere abbandonato che conserva ancora forti i segni di ciò che è stato, una città culturalmente vivace come Ferrara – sono stati accolti e posti a interagire fra loro per fare del MEIS un luogo altamente rappresentativo, in grado di rendere immediatamente percepibile la propria identità e stabilire un forte legame con la città.

Si sono così concepiti tre grandi schermi, semplici e leggeri, per trasformare  l’ex-carcere in un complesso aperto, capace di far dialogare fra loro la cultura ebraica, l’architettura del passato, la città.

Come cifra specifica del museo è stata assunta la scrittura, ciò che maggiormente connota e sintetizza la cultura ebraica. I tre grandi schermi sono divenuti pagine, volumi pieni di parole in ebraico, brani di antichi testi e a loro è affidato il compito di trasfigurare l’architettura esistente, assolvendo, nel contempo, importanti funzioni distributive e di organizzazione dell’intera “macchina” museale.

Per le componenti storiche si è adottata la scelta di un restauro puntuale della materia, teso a restituire leggibilità e coerenza formale, evitandone l’attualizzazione.
La parola, il libro sono al centro anche del percorso di visita. L’introduzione all’ebraismo è raccontata attraverso immagini, suoni, filmati che danno vita agli oggetti esposti e ne spiegano usi e funzioni. La sezione storica diventa un viaggio nel tempo e nello spazio grazie all’inserimento di una ulteriore chiave di lettura, quella topografica. Trait d’union dei due percorsi e cuore anche fisico del museo, l’inedito “Flusso identitario” fa scorrere di fronte al visitatore la tradizione e l’immaginario degli ebrei.

Studio C and C |Museo dell’Ebraismo in Italia e della Shoah-Progetto di ConcorsoStudio C and C |Museo dell’Ebraismo in Italia e della Shoah-Progetto di ConcorsoStudio C and C |Museo dell’Ebraismo in Italia e della Shoah-Progetto di ConcorsoStudio C and C |Museo dell’Ebraismo in Italia e della Shoah-Progetto di Concorso